Archivio per la categoria ‘FreedomLand: Filosofia Buddhista e non’

Sei passato oltre la “sofferenza” …

 … La forma è vuoto ed il vuoto è forma …

… Tutti i fenomeni sono per natura vuoti, non sono ne prodotti ne distrutti, ne immacolati ne contaminati, non aumentano e non diminuiscono. Di conseguenza nel vuoto non vi è forma, ne sensazioni, ne percezioni, ne formazioni mentali. Ne coscienza, ne occhio, ne orecchio, ne naso, ne lingua, ne corpo, ne mente. Ne forma, ne suono, ne odore, ne gusto, ne contatto, ne oggetto mentale …

… nessuna sofferenza, ne origine della sofferenza, ne estinzione della sofferenza, ne via, ne comprensione, ne realizzazione …

GATE, GATE, PARAGATE, PARASAMGATE BODHI SVAHA

la Legge Karmica è alquanto riduttivo e rispecchia solo in parte il significato molto più profondo del Principio del Karma che invece è uno dei fondamenti delle religioni o filosofie indiane.

Tratto nel mio blog questo argomento senza alcuna pretesa di insegnare qualcosa, ma unicamente con il desiderio di approfondire il concetto e magari di far chiarezza sull’importanza del Karma, nel quale io credo fermamente in quanto vivendo seguo la filosofia di vita Buddhista.

La sera del 25 marzo durante il drivetime ho seguito parte della trasmissione radiofonica “Molto personale” condotta da Marco Balestri e trasmessa da Radio 101, in cui si è trattato del Karma ed ho notato un po’ di confusione sull’argomento.

Ma non una confusione provocata da chi parla “senza cognizione di causa” ma, secondo me, da una visione della vita o “Filosofia di vita” diametralmente opposta dalla filosofia che ha partorito il principio del Karma. Infatti per comprendere pienamente il senso del principio, si deve innanzitutto rivalutare il concetto di “morte fisica” o meglio il principio di causa ed effetto (detta in questi termini), è un interpretazione adattabile solo se si considera una “sola vita”, cioè che la morte sia la fine di tutto. Quindi se mi passate il termine la trovo una spiegazione un po’ troppo  “New Age”, cioè Induismo in termini occidentali.

In un ottica New Age è indispensabile innanzitutto conoscere il significato della parola Karma che è “Azione”, dopo di ciò è possibile affermare che il significato della Legge Karmica sia: Faccio del bene, ricevo del bene. Faccio del male, ricevo altrettanto, ma per renderla più incisiva è necessario aggiungere che: non esiste perdono, non c’è alcuna via di fuga ed il peso delle conseguenze delle proprie azioni ricade interamente su se stessi.

Invece il significato del Principio del Karma nel Buddhismo e nelle religioni orientali o filosofie di vita orientali in cui è prevista una “rinascita”, assume un valore diverso.

Come spiega Thamthog Rimpoche (Lama di Milano del centro Ghe Pel Ling), durante i suoi insegnamenti: “Ogni essere umano ha avuto innumerevoli rinascite ed ogni volta che rinasce accumula innumerevoli azioni. Poiché le rinascite sono senza inizio, le azioni compiute sono incalcolabili. Ogni azione ha una potenzialità ed un’energia che rimane impressa nel nostro continuum mentale, dove per continuum mentale si intende la continuità della coscienza di un individuo che prosegue senza interruzioni di vita in vita”.

Aggiungo, questa è una mia nota personale, che nel Buddhismo “vita e la morte sono due manifestazioni della stessa cosa. Perché l’inizio e la fine di qualcosa hanno un’importanza decisamente relativa, ciò che è importante è la trasformazione”. Quindi sulla base dell’insegnamento si può affermare che se nelle vite precedenti si sono compiute azioni negative, ma nel corso di questa vita si seguono gli insegnamenti e si pratica il Karma, oltre ad avere la mente più aperta sarà possibile raggiungere la felicità, perché tutti gli insegnamenti del Buddha includono anche pratiche di purificazione.

Quindi in un ottica tutt’altro che New Age ridefinisco il principio: “Se nel corso delle innumerevoli vite materiali si compiono buone azioni (dove per buone azioni si intendono azioni che non arrecano sofferenza alcuna al prossimo ed a noi stessi), si ricevono materialmente buone azioni ma spiritualmente si genera del Karma positivo”.

Il Karma è il responsabile del ciclo del samsara e cioè il ciclo delle rinascite nella vita materiale, per cui se si è accumulato Karma positivo nelle vite precedenti si avranno, per così dire, buone rinascite, mentre se invece si è accumulato Karma negativo si subiranno delle, per così dire, condanne.

Quindi è il Karma che ci vincola al samsara e quando il “Debito Karmico” sarà saldato tramite la generazione di karma positivo il ciclo terminerà e si potrà raggiungere il Nirvana.